Il mondo del calcio ha subito un forte scossone in seguito all’approvazione del Decreto Dignità. La nuova norma prevede infatti che gli operatori nel mondo del betting non possano più fare pubblicità. Questa misura ha avuto chiaramente ripercussioni notevoli nei bilanci delle squadre, che da questo momento in poi dovranno obbligatoriamente adattarsi.

Nella pratica sono state aumentate le tasse agli operatori del settore e, come già detto sopra, non sarà più possibile fare pubblicità in ogni modo, dagli spot televisivi a quella sulle maglie da calcio.

Nel settore audiovisivo, per esempio, ci saranno perdite per circa 60 milioni di euro, mentre per le squadre della massima serie saranno addirittura maggiori.

Secondo le stime, infatti, le squadre del nostro campionato andranno a perdere la bellezza di circa 100 milioni di euro di incassi annui, una notevole riduzione dei bilanci che sicuramente si ripercuoterà in ogni altro settore dei club.

Le squadre capitoline, per citarne due, sono tra quelle che hanno dovuto necessariamente rinunciare ai contratti con i bookmakers.

La Lazio non può più presentare le proprie maglie con la scritta Marathon Bet ben in vista sul petto, rinunciando così anticipatamente al contratto da tre anni che sarebbe valso alla squadra 4,5 milioni di euro. Anche la Roma ha dovuto fare a meno della sponsorizzazione di Betway.

Ciò comporta un’ulteriore conseguenza “secondaria”: le squadre estere riceveranno maggiori finanziamenti che andranno a riempire le loro casse e ciò comporterà una maggiore competitività nelle competizioni internazionali come la Champions League, in cui i club nostrani hanno già difficoltà ad imporsi.

Naturalmente i player del settore betting, avendo ben chiara ormai l’impossibilità di operare in maniera completa nel mercato italiano, hanno deciso di spostare i propri investimenti in altri paesi oppure di seguire nuove vie per i propri investimenti.

Ad esempio, tra le nuove possibilità c’è Invictus, l’algoritmo che consente di sfruttare un’intelligenza artificiale in grado di fornire agli utenti i pronostici migliori. In questo modo anche i meno esperti saranno guidati nelle scommesse minimizzando i rischi relativi alle perdite dei propri fondi. Per i grossi player del betting la possibilità è quella di delegare l’acquisizione utenti a questa tipologia di aziende con accordi che il Garante ha già definito “possibili e auspicabili”.

Già in passato, l’italiana Snaitech, proprietaria del bookmaker Snai, aveva chiuso accordi con Nextwin, un’altra azienda del gaming legato al betting, per creare competizioni e tornei nei quali gli utenti potessero scommettere for fun, quindi gratis.

La via maestra è tracciata quindi: niente più pubblicità piene di bonus e promozioni per l’iscrizione ai bookmakers, ma servizi legati al mondo del betting che possano incentivare un modo di scommettere più consapevole.

Tornando alle conseguenze del Decreto Dignità è necessario poi considerare gli effetti negativi che vanno a toccare anche altri settori, non solo quello economico.

Ad esempio, le novità introdotte dal Decreto Dignità influenzeranno solamente il gioco online, che peraltro, grazie alla tracciabilità di qualsiasi movimento di denaro, si poneva già come componente “più sana” del betting.

Sarà infatti possibile giocare quanto si vuole “offline” e soprattutto la pubblicità fisica, come cartelloni o stendardi presenti nei punti vendita, rimarrà inalterata.
Inoltre tali cambiamenti andranno a favorire il gioco illegale.

È chiaro che le pubblicità e le sponsorizzazioni erano fondamentali nel veicolare i giocatori verso i canali legali ed ufficiali per poter piazzare le proprie scommesse, limitando così le vie illecite.
I casinò online illegali, ovvero tutti quelli privi della licenza ufficiale AAMS, infatti, erano già stati oscurati nel 2011, lasciando così operare solamente quelli leciti e fornendo una protezione ulteriore ai consumatori, non più in balìa dell’illegalità.

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