Sono sempre di più gli aspiranti imprenditori che decidono di avviare nel proprio territorio delle aziende di carattere artigianale per dare forma a prodotti che saranno poi venduti ai clienti finali. D’altronde, la volontà di far rivivere e dare continuità ai lavori di una volta è ancora molto presente nella mente e nel cuore di molte persone che si sono avvicinate per un motivo o per un altro all’attività artigianale.

Come per le aziende industriali, anche le imprese artigiane devono sottostare a una serie di regole giuridiche per poter essere aperte. In questo articolo ci concentreremo sullo specificare cos’è un’impresa artigiana e quali sono queste norme da seguire per poter partire con un’attività artigianale.

Cos’è un’impresa artigiana

Un’impresa artigiana è un’attività economica che svolge lavori manuali e tradizionali, caratterizzati da una certa maestria e abilità, solitamente utilizzando strumenti e tecniche che si sono tramandate di generazione in generazione.

Questa tipologia di attività produce beni o servizi e rappresenta una parte importante dell’economia locale, spesso radicata nelle tradizioni e nel tessuto sociale della comunità in cui opera. In molti Paesi, le imprese artigiane sono riconosciute e tutelate da specifiche normative a causa del loro ruolo culturale ed economico.

A regolare la materia in questione è la legge 443/85 che contiene le indicazioni sulle attività di cui si può interessare un’impresa artigiana, chi può definirsi imprenditore in capo a un’azienda di questo tipo e le forme giuridiche che tale impresa può assumere.
Soffermandosi brevemente sulla figura dell’imprenditore artigiano, possiamo affermare che esso è colui chiamato a dirigere l’impresa, svolgendo anche compiti di gestione e di lavoro operativo, oltre ad assumere dipendenti in grado di collaborare con lui.

I requisiti che deve rispettare

Come già accennato in precedenza, affinché si possa parlare di impresa artigiana quest’ultima deve soddisfare dei requisiti elencati all’interno di quella che è la legge fondamentale sull’artigianato in Italia, ossia la n°443 del 1985.

Entrando nello specifico, un’impresa che si deve considerare artigiana presenta un limitato numero di collaboratori al suo interno. Difatti, le imprese artigiane che non lavorano in serie non possono assumere più di 22 dipendenti, compresi gli apprendisti, e, in aggiunta, le persone assunte con qualsiasi tipologia di contratto tranne l’apprendistato non possono superare le 9 unità. Coloro che lavorano in serie, invece, si possono permettere di assumere in totale 9 persone compresi gli apprendisti che, però, non possono essere più di 5.
A seconda del singolo settore in cui opera l’impresa artigiana questi numeri possono cambiare. Ad esempio, le aziende inserite nel settore delle lavorazioni artistiche, tradizionali e dell’abbigliamento su misura non possono assumere più di 32 dipendenti, compresi gli apprendisti, che non possono essere più di 16. Nel campo del trasporto si arriva a un massimo di 8 dipendenti mentre in quello dell’edilizia si può contare su non più 10 lavoratori, compresi gli apprendisti, che, tuttavia, devono fermarsi a 5.

Quando si intende assumere dei dipendenti (scelta non comune, in particolare per i giovani, come puoi leggere in questo articolo) è bene controllare se ci sono degli enti che erogano contributi per l’artigianato come ad esempio EBAM che opera nella regione Marche e aiuta gli imprenditori con incentivi all’occupazione.

Altro requisito cruciale nell’ottica di dare all’impresa il carattere di artigianalità è il fatto che questa non può svolgere attività commerciale di intermediazione e di vendita, agricole e di somministrazione al pubblico di alimenti o bevande. Nell’eventualità in cui l’impresa svolga sia l’attività artigianale che un’altra accessoria vale il criterio della prevalenza: è considerata artigiana quell’azienda in cui titolare, soci e dipendenti si dedicano prevalentemente all’artigianato.

Un’impresa è artigianale, in aggiunta, nel momento in cui il valore del lavoro che avviene al suo interno è maggiore al totale del capitale investito e circolante.

Infine, soci e dipendenti devono poter operare con il lavoro professionale e personale per poter evidenziare che ci si trova di fronte a un’impresa artigiana.

Come avviarla in Italia

Nel nostro Paese esistono diversi step da seguire per poter aprire un’impresa artigiana e iniziare a operare all’interno del mercato.

Il primo passo consiste nella richiesta della partita IVA presso l’Agenzia delle Entrate entro 30 giorni dalla data in cui l’impresa ha cominciato a produrre beni o servizi per conto dei propri clienti. Oltre a ciò, il titolare deve richiedere di iscrivere la propria impresa all’Albo delle Imprese Artigiane presso la Camera di Commercio Industria e Artigiano della propria provincia di competenza.

Successivamente, è obbligatorio iscrivere all’INAIL (Istituto Nazionale Assicurazione e Infortuni sul Lavoro) tutti i soggetti che lavorano nell’impresa artigiana onde evitare di non essere conformi alla legge. Tale comunicazione va presentata almeno cinque giorni prima dell’inizio delle attività.

È giusto sottolineare, inoltre, che alcune tipologie di imprese artigiane sono tenute a compilare la SCIA (Segnalazione Certificata di Inizio Attività) e a presentarla al Registro delle Imprese competente, sempre prima di cominciare la produzione vera e propria dei prodotti e servizi.

Altri aspetti da considerare

Sebbene possa considerarsi scontato, per avviare un’impresa artigiana in Italia, è necessario possedere le competenze e le abilità tecniche specifiche per l’attività che si intende svolgere. Spesso, sarà richiesta una formazione professionale adeguata o esperienza lavorativa nel settore.
A sorvegliare su ciò saranno le preposte Camere di Commercio le quali dovranno accertarsi che l’imprenditore sia in possesso di tutti i requisiti per svolgere la normale attività.

Come detto, l’impresa artigiana può essere costituita come ditta individuale (titolare unico) o come società di persone (ad esempio, una società di persone semplice o una società in accomandita semplice). La scelta della forma giuridica avrà un impatto sulla responsabilità e sulle tasse da pagare, quindi è importante valutare attentamente quale sia la più adatta alle proprie esigenze.

A seconda del tipo di attività, potrebbero essere richiesti certificati igienico-sanitari e rispettare norme specifiche di sicurezza. Ad esempio, se si tratta di un’attività alimentare, sarà necessaria l’autorizzazione sanitaria. In base al settore specifico in cui si opera, potrebbero essere richieste ulteriori autorizzazioni o certificazioni. Ad esempio, alcune attività artigiane possono richiedere l’iscrizione in albi professionali o l’ottenimento di licenze specifiche.

Ti è piaciuto questo articolo? Condividilo!