Se lavori all’interno di un’azienda di PMI oppure un grande gruppo privato, avrai probabilmente sentito parlare di KPI, anche se sono ancora poche le realtà che si servono di questi moderni mezzi tecnologici per poter misurare la validità dei propri sforzi sul mercato.

Immagina di poter misurare quanto le azioni che sono state applicate in un qualsiasi settore societario siano state realmente efficaci, tramite una serie di tabelle o un sistema atto a quantificare il business che è stato portato o meno.

In questo modo avresti la possibilità di proseguire sulla stessa strada se gli sforzi sono stati ben pagati, oppure correggere il tiro se i risultati non sono stati quelli sperati.

In un periodo storico come quello che stiamo attraversando e soprattutto in una condizione di competizione così ferrea come quella che vige in ogni settore, saper pianificare e prevedere non solo nel breve, ma anche nel medio e lungo termine, è quantomai essenziale per poter battere la concorrenza e porsi ai vertici sia in termini di successo sia di guadagno.

Se sei quindi curioso di scoprire di cosa si tratta e quali sono le caratteristiche dei kpi, leggi con attenzione questo articolo e scopri come possono esserti utili per far progredire la tua azienda e proiettarla maggiormente in un concetto di modernità ed efficienza, che non prevede errori, sprechi e perdite di tempo ma solo l’ottimizzazione di tutte le azioni compiute nel tempo.

Cosa sono i KPI

I Key Performance Indicator sono in sostanza un modo di leggere l’andamento aziendale e trasformarlo in dati consultabili che sono utili per capire quale strada proseguire o interrompere.

Ogni elemento di questo genere viene solitamente posto al servizio di uno specifico obiettivo, suddividendo l’azienda in settori più piccoli che in questo modo possono essere gestiti con una maggiore accuratezza.

Utilizzando questo sistema ogni membro del team può rendersi conto a che punto ci si trova e quali accortezze possono essere prese per entrare nell’elitè del settore o comunque migliorare di molto le proprie prestazioni.

Per calcolare correttamente un KPi è opportuno stabilire prima l’obiettivo a seconda della tipologia di azienda.

Una PMI, ad esempio, sarà interessata a capire come stanno andando i profitti e se le sue azioni hanno acquistato un valore ulteriore, mentre una nuova azienda che si tuffa sul mercato vorrà calcolare quanti nuovi clienti ha acquisito in un determinato lasso di tempo per constatare meglio il livello di gradimento.

Ad oggi lo strumento maggiormente utilizzato per il raggiungimento di questo scopo è Google Analytics, che presenta diversi vantaggi per numerosi target di clientela.

Consente infatti di analizzare contemporaneamente una vasta gamma di dati differenti, che vengono inseriti nel sistema e decodificati nel modo corretto senza che si creino problematiche nel corso dell’utilizzo.

Una possibilità ulteriore data dal portale è quella di confrontare più KPI insieme, così da avere una visione più globale dell’andamento aziendale e delle sue oscillazioni nel tempo.

Parliamo di uno strumento indispensabile, poiché se non si conosce la situazione attuale e quella passata non è possibile proiettarsi verso il futuro, poiché non si hanno delle basi solide delle quali partire.

Cosa permette a un KPI di essere attendibile

Essendo un parametro che rende tangibili le azioni di una società, i KPI devono essere dati effettivi, come ad esempio il valore dei profitti a una certa data.

La situazione si complica quando ad essere misurate sono situazioni aleatorie, come ad esempio la soddisfazione del cliente, che pertanto deve essere giudicata in base a elementi oggettivi, come ad esempio le stelle che vengono lasciate all’interno di una recensione.

Il criterio di base per capire se un KPi è realmente attendibile è chiamato SMART e si basa su alcuni punti fondamentali: questo deve essere infatti specifico e non generico, misurabile in modo oggettivo, rilevabile, realizzabile come obiettivo e soprattutto circoscritto in un arco temporale specifico.

Se sussistono tali condizioni allora può essere definito valido ed essere utilizzato per misurare il miglioramento o il peggioramento di un’azienda.

Quali sono i dati che un’azienda dovrebbe sempre avere sotto mano tramite il calcolo con KPI

Sia che si tratti di una PMI sia di un’azienda privata, è opportuno avere sotto controllo i profitti della società, circoscrivendoli a calcoli periodici che possano aiutare a ottenere un quadro completo nel breve, medio e lungo termine.

Inoltre, è sempre utile conoscere il numero dei nuovi clienti che sono stati acquisiti nel corso del tempo, in modo da comprendere il livello di gradimento del proprio prodotto o servizio in un determinato momento storico e quanto si è riusciti a battere la concorrenza in un determinato settore.

Un parametro più difficile da valutare è invece la soddisfazione del cliente, valutabile tramite una serie di gesti che compie, come lasciare una recensione positiva o esprimere il proprio parere sui social.

Nell’era della digitalizzazione, controllare il traffico sul web è essenziale per valutare sia se il portale è ben realizzato e compreso dal target di riferimento, sia se risulta accattivante e pertanto riesce a scavalcare altri simili che gravitano nello stesso ambito.

Inoltre, se hai investito parecchio denaro nel settore pubblicitario, con i KPI avrai la possibilità di misurare in maniera tangibile il ritorno in termini economici e come la campagna che si sta portando avanti ha fatto guadagnare nuovi potenziali acquirenti oppure ne ha allontanati altri.

Sembrano tutte sottigliezze, ma in realtà sono proprio questi dettagli a fare la differenza tra un’azienda di successo e una che riesce a sopravvivere solamente.

Cosa differenzia i KPI dagli OKR

Un altro concetto che viene spesso utilizzato in termini di marketing e di gestione societaria è quello di OKR, che si rivela sempre una raccolta di elementi per focalizzare dei dati.

Tuttavia la differenza è contenuta nella scelta degli obiettivi: se i KPI sono tutti scopi realizzabili e fattibili nel tempo, da poter perseguire solo scegliendo la strategia giusta, gli OKR sono invece decisamente ambiziosi e molto più difficoltosi da perseguire se non si applica una manovra strategica perfetta.

Si tratta pertanto di due livelli della stessa attitudine, il primo alla portata di ogni azienda il secondo solo di quelle che prima sono riuscite ad organizzarsi al meglio e a far fruttare le informazioni raccolte e decodificate.

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