L’ossigeno disciolto rappresenta un parametro di fondamentale importanza per mezzo del quale è possibile valutare lo stato di salute degli ecosistemi acquatici, ma anche verificare l’efficacia di alcuni processi industriali, quale per esempio il trattamento delle acque reflue. È fondamentale misurare con la massima precisione tale aspetto, in quanto solo un adeguato monitoraggio della qualità dell’acqua permette di assicurare nel corso del tempo le condizioni migliori per la vita della fauna e della flora. A questo servono i misuratori portatili di ossigeno, dispositivi che vengono utilizzati dai ricercatori e dai professionisti per le rilevazioni sul campo. Questi strumenti coniugano accuratezza e praticità, offrendo molteplici vantaggi per il monitoraggio ambientale.

A che cosa servono i misuratori portatili di ossigeno

Come si può intuire, i misuratori portatili di ossigeno servono a quantificare la concentrazione di ossigeno disciolto in acqua o in altri liquidi: permettono, dunque, di misurare e valutare il livello di ossigenazione di un liquido. Tale misurazione viene indicata in milligrammi per litro, oppure con una percentuale di saturazione, e in genere viene associata alla rilevazione della temperatura. I misuratori sono di piccole dimensioni, paragonabili a quelle di un dispositivo palmare, ma al tempo stesso riescono a garantire lo stesso livello di precisione offerto da uno strumento da laboratorio. Essi possono essere utilizzati fra l’altro per il monitoraggio dei mari, dei fiumi e più in generale dei bacini idrici. Perché è necessario misurare il livello di ossigeno disciolto nelle acque del mare e lungo i corsi d’acqua? In primis per verificare l’equilibrio ecologico, e quindi per evitare quelle situazioni di ipossia che potrebbero rappresentare un problema per la vita acquatica.

Il valore delle analisi ambientali

Le analisi ambientali, che riguardano le acque naturali ma non solo, sono finalizzati a rilevare qualunque variazione indesiderata in modo che, in caso di necessità, si possa intervenire in maniera tempestiva, in una prospettiva di prevenzione. I criteri per il monitoraggio vengono definiti, nel nostro Paese, dall’Istituto Superiore per la Protezione e la Ricerca Ambientale, che prevede una distinzione fra i corpi idrici artificiali, le acque salmastre, le acque marine, le acque sotterranee, i laghi e i corsi d’acqua. L’ossigeno disciolto, peraltro, è solo uno dei parametri di base che vengono presi in considerazione, insieme con i solidi sospesi, il pH, la portata, la durezza e la conducibilità.

Come vengono effettuate le misurazioni e le analisi

La misurazione dell’ossigeno disciolto (e degli altri parametri) deve essere effettuata in base a quanto previsto da specifiche linee guida, in cui vengono definite le tecniche analitiche; le indicazioni, inoltre, specificano quando è preferibile eseguire la misura in loco e quando, invece, è meglio procedere in laboratorio. Per tutti i parametri vengono stabiliti, ovviamente, dei valori di riferimento, grazie a cui è possibile provvedere a una corretta classificazione delle condizioni dell’ambiente preso in esame.

I livelli di ossigeno disciolto

Ma perché è così importante conoscere la concentrazione di ossigeno disciolto? Questo fattore è indispensabile per la vita acquatica, per lo suo sviluppo e per la sua crescita. In particolare, in mancanza di ossigeno la materia organica va incontro a un decadimento anaerobico che può determinare la qualità dell’acqua. In breve, i livelli di ossigeno disciolto consentono di capire se un corpo idrico è in salute o meno. Quando vengono rilevati livelli di ossigeno disciolto non abbastanza alti, è legittimo sospettare la presenza in acqua di inquinanti in grado di compromettere la vita di flora e fauna.

Come sono fatti i misuratori portatili

Essendo destinati a misurazioni da effettuare in impianti di trattamento delle acque reflue, liquami o acque di superficie, i misuratori devono essere dotati di un involucro protettivo robusto e resistente, a tenuta d’acqua. Nei settori che riguardano la gestione dei liquami e dei fanghi, provvedere alla rilevazione dell’ossigeno disciolto è essenziale, in quanto così è possibile identificare eventuali condizioni anaerobiche potenzialmente pericolose, in modo da evitare la comparsa di sostanze che potrebbero essere dannose. Per quel che riguarda il trattamento delle acque reflue, invece, poter monitorare l’ossigeno disciolto consente di verificare se e quanto il processo di depurazione è efficace, affinché l’acqua trattata assicuri i livelli di qualità desiderati.

In quali altri contesti è necessario misurare l’ossigeno disciolto?

Anche in laboratorio ci può essere bisogno dei misuratori di ossigeno disciolto portatili: in questo contesto, infatti, è essenziale valutare con la massima attenzione il livello di qualità dell’acqua, così che le analisi biologiche e chimiche possano restituire la massima accuratezza dei risultati. Il monitoraggio dell’ossigeno disciolto è richiesto anche negli allevamenti ittici (permette di assicurare un ambiente ideale per la salute e la crescita dei pesci) e nelle piscine, dove è indispensabile provvedere a una verifica costante dei livelli di ossigeno disciolto, affinché la qualità delle acque possa essere preservata nel corso del tempo, a beneficio di un ambiente piacevole e sicuro per chi nuota.

 

Ti è piaciuto questo articolo? Condividilo!